Smile.jpg
Incontrai di persona Mary E. per la prima volta nell’estate del 2007. Avevo organizzato un appuntamento con suo marito Terence, di 50 anni, per vederla e fare un’intervista. Mary inizialmente accettò, forse perché non ero un giornalista ma più che altro uno scrittore dilettante che cercava materiale per un paio di incarichi assegnatimi dal college poco prima e, se tutto fosse andato secondo i piani, alcuni pezzi per un romanzo.
Programmammo l’intervista in un particolare weekend mentre ero a Chicago per affari non correlati, ma all’ultimo momento Mary cambiò idea e si rinchiuse nella sua camera da letto, rifiutandosi di incontrarmi. Per mezz’ora rimasi seduto con Terence come se fossimo accampati fuori alla camera da letto, ascoltando e prendendo nota mentre lui cercò senza risultati di calmare la moglie. Le cose che disse Mary mi fecero un po’ senso ma coincidevano con il disegno che mi ero fatto della vicenda: nonostante non potessi vederla, potei capire dalla sua voce che stesse piangendo, e il più delle volte le sue obiezioni a parlare con me erano incentrate su un’incoerente diatriba sui suoi sogni/incubi.
Terence si scusò molto quando smettemmo di provare a calmarla, e io cercai di stargli dietro; non ero un reporter in cerca di una storia, ma semplicemente un giovane curioso in cerca di informazioni. Inoltre, pensai a quel tempo, potevo sempre trovare un altro caso simile, se mi fossi messo a cercare risorse su quella storia.
Mary E. nel 1992 era un’operatrice di sistema di un piccolo Bulletin Board System di Chicago, quando incontrò per la prima volta smile.jpg e la sua vità cambiò per sempre. Lei e Terrence erano sposati solo da 5 mesi. Mary è una delle circa 400 persone che videro l’immagine che fu postata come link sul BBS, nonostante lei sia l’unica che abbia parlato apertamente di questa esperienza. Gli altri sono rimasti anonimi, o forse sono morti.
Nel 2005, quando ero ancora alle superiori, smile.jpg fu portato alla mia attenzione per la prima volta grazie al mio fiorente interesse per i fenomeni basati sul web; Mary era la vittima citata più spesso da chi si è a volte riferito a “Smile.dog”, l’essere che sarebbe mostrato da smile.jpg. Ciò che catturò il mio interesse (oltre agli ovvi elementi macabri di questa cyber-leggenda e alla mia inclinazione per questo genere di cose) fu la mancanza assoluta di informazioni, di solito sui fatti a cui la gente non crede esiste ben altro che voci o bufale. È unico perché, anche se il fenomeno è incentrato su un’immagine, questo file non si può trovare su internet; certamente ci sono molti fotomontaggi fatti alla lettera, mostrati più frequentemente su siti come 4chan, particolarmente nella sezione sul paranormale /x/. Si sospetta che siano falsi perché non hanno l’effetto che il vero smile.jpg si dice che abbia, cioè attacchi di epilessia temporanei e un’estrema ansia.
Questa presunta reazione nell’osservatore è una delle ragioni per cui questo spettrale smile.jpg genera un simile disprezzo, dal momento che è palesemente assurdo, anche se a seconda di chi si chiede, la riluttanza a riconoscere l’esistenza di smile.jpg potrebbe essere più per paura che per incredulità.
Né smile.jpg o Smile.dog sono menzionati su Wikipedia, nonostante il sito presenti articoli su altre cose anche più scandalose, come siti shock (hello.jpg) o 2girls1cup; ogni tentativo di creare una pagina che riguardi smile.jpg è subito cancellata da uno dei tanti amministratori dell’enciclopedia. Gli incontri con smile.jpg sono leggende di internet.
La storia di Mary E. non è l’unica; ci sono altre voci non verificate di visualizzazioni di smile.jpg nei primi giorni di Usenet e anche la storia di un hacker che, nel 2002, avrebbe inondato il forum del sito di humor e satira “Something Awful” con un diluvio di immagini di Smile.dog, rendendo circa la metà degli utenti del forum del tempo epilettici. Si dice anche che verso la seconda metà degli anni 90 smile.jpg circolasse su Usenet come allegato di una catena che aveva come soggetto “SORRIDI!! DIO TI AMA!”. Tuttavia, nonostante la grossa esposizione che queste trovate avrebbero generato, ci sono davvero poche persone che ammettono di aver visto smile.jpg e nessuna traccia di file o link è stata mai trovata.
Coloro che rivendicano di aver visto smile.jpg spesso dicono che erano troppo occupati per salvare una copia dell’immagine sui loro HD. Comunque, tutte le presunte vittime offrono la stessa descrizione della foto: una creatura simile a un cane (di solito descritta come un Husky siberiano), illuminata dal flash di una macchina fotografica, siede in una stanza buia, l’unico dettaglio visibile sullo sfondo è una mano umana che si estende nell’oscurità sul lato sinistro della foto. La mano è vuota, ma è spesso descritta come se facesse un cenno. Di certo, la maggior parte dell’attenzione è data al cane (o creatura canina, come la definiscono alcune vittime, che dicono di essere più certe delle altre). Il muso della bestia è presumibilmente aperto in un ampio sorriso, mostrando due file di denti, molto bianchi, molto dritti, molto aguzzi, molto somiglianti a quelli umani.
Questa, ovviamente, non è una descrizione data immediatamente dopo aver visto l’immagine, ma più che altro una raccolta di testimonianze delle vittime, che affermano di aver visto l’immagine ripetuta all’infinito nella loro mente, nel momento in cui, nella realtà, erano soggetti ad attacchi epilettici. È stato detto che queste convulsioni sembrerebbero continuare interminabilmente, spesso mentre la vittima sta dormendo, dando vita a incubi piuttosto vividi e disturbanti. Queste possono essere attenuate con dei farmaci, anche se alcuni sono più efficaci di altri.
Suppongo che il trattamento medico di Mary E, non fosse efficace. Ed è per questo che, dopo la mia visita nel suo appartamento nel 2007, iniziai a inviare delle e-mail a scopo informativo a diversi forum — aventi come tema il folklore e le leggende metropolitane —, siti web e Mailing List, sperando di trovare il nome di qualche presunta vittima di smile.jpg, interessata a parlare riguardo alle sue esperienze. Per un po’ non accadde nulla e, a lungo andare, mi dimenticai completamente di questa mia occupazione, dal momento che con l’inizio del nuovo anno scolastico mi ritrovai parecchio impegnato. Mary mi contattò via e-mail, comunque, a inizio marzo 2008.
A: jml@****.com
Da: marye@****.net
Oggetto: Intervista della scorsa estate
Caro Signor L.,
Sono incredibilmente dispiaciuta per come mi sono comportata la scorsa estate, quando Lei è venuto a intervistarmi. Spero che lei capisca che la colpa non è stata sua, bensì di alcuni miei problemi che mi hanno spinto ad assumere l’atteggiamento che ho avuto.
Ho realizzato ora che avrei potuto gestire la situazione in maniera più appropriata e, ad ogni modo, spero che Lei possa perdonarmi. Ai tempi, avevo paura. Vede, per quindici anni sono stata perseguitata da smile.jpg. Smile.dog appare nei miei sogni ogni notte. So che potrebbe sembrare sciocco da dire, ma è tutto vero. L’indescrivibile vividezza dei miei sogni, dei miei incubi, li rende totalmente diversi a ogni sogno che io abbia mai avuto, non mi muovo e non parlo, guardo semplicemente davanti a me e l’unica cosa che riesco a vedere è la scena di quell’orribile immagine. Riesco a scorgere la mano e a vedere Smile.dog. Mi parla. Non è un cane, naturalmente, anche se non sono sicura di cosa realmente possa essere. Mi dice che mi lascerà in pace solo se eseguirò alcune sue richieste.
Tutto ciò che devo fare, dice, è “spargere il verbo”.
Questa è l’esatta frase che ha pronunciato. E so esattamente cosa vuole intendere: vuole che io lo faccia vedere a qualcun altro. E avrei potuto. La settimana dopo un incidente, ho ricevuto per posta una busta, senza l’indirizzo del mittente. All’interno c’era solo un floppy disk da 3 ½ pollici. Senza dover controllare, sapevo esattamente di cosa si trattasse. A lungo pensai a ciò che potevo fare. Avrei potuto mostrarlo a un estraneo, un collega di lavoro… l’avrei persino potuto mostrare a Terence, per quanto l’idea mi disgustasse. E cosa sarebbe accaduto, dopo ciò? Beh, se Smile.dog avesse mantenuto la sua parola, finalmente avrei potuto dormire. Ma se invece mi avesse mentito, cos’avrei potuto fare, allora? Chi può sapere se mi sarebbero accadute cose ancora peggiori, una volta fatto come la creatura aveva detto?
Così non feci nulla per 15 anni, tuttavia tenni il disco nascosto tra le altre cose. Ogni notte, per quindici anni, Smile.dog venne da me durante il sonno, chiedendomi di spargere il verbo. Per quindici anni dovetti tenere duro, malgrado a volte sia stato difficile. Alcune vittime che hanno avuto la mia stessa esperienza smisero di postare nel BBS, dove per la prima volta incontrai smile.jpg; ho inoltre sentito che alcuni di loro si suicidarono. Altri rimasero in completo silenzio, semplicemente scomparendo dalla faccia del web. Loro sono quelli che più mi mettono preoccupazione.
Spero davvero che Lei possa perdonarmi, signor L., ma l’estate scorsa, quando Lei contattò me e mio marito per l’intervista, stavo raggiungendo il limite. Decidetti di dare a lei il floppy disk. Non mi interessava più se Smile.dog stesse mentendo o no, volevo che tutto questo finisse. Lei era un estraneo, qualcuno con cui non avevo alcun legame, e non mi sarei dispiaciuta dopo aver consegnato il dischetto facendole credere che sarebbe stato utile per la Sua ricerca, segnandoLe il destino. Prima che Lei arrivasse, capii ciò che stavo per fare: stavo programmando come rovinare la Sua vita. Non riuscii a sopportare il pensiero e tutt’ora non ce la faccio.
Mi vergogno di me stessa, Signor L., e spero che questo avviso la spinga a non compiere ulteriori ricerche su smile.jpg. Prima o poi potrebbe incontrare qualcuno non tanto debole quanto me, ma più immorale, qualcuno che non esiterebbe nell’eseguire gli ordini di Smile.dog.
Si fermi, finché è in tempo.
Sinceramente,
Mary. E.
Terence mi contattò un mese dopo, portandomi la notizia che sua moglie si era tolta la vita. Mentre stava ripulendo le diverse cose che si era lasciata addietro, chiudendo l’account e-mail et similia, si ritrovò sotto agli occhi il messaggio sopraccitato.
Era un uomo distrutto; piangeva mentre mi diceva di ascoltare il consiglio della moglie. Trovò il floppy disk, lo prese e lo bruciò, finché non ne rimase nulla se non una massa informe e puzzolente di plastica bruciata. Ciò che più l’ha disturbato, ad ogni modo, è stato il rumore provocato dal dischetto mentre questo si scioglieva. Sembrava quasi il verso di un animale, disse.
Devo ammettere che non ero sicuro su che risposta dare. Inizialmente pensai che fosse uno scherzo, con la coppia che progettava di prendersi gioco di me allo scopo di farmi impazzire. Una veloce occhiata al necrologio di un giornale online di Chicago, tuttavia, confermò che Mary fosse senza dubbio morta. Naturalmente, non c’era alcun accenno al suicidio, nell’articolo.
Decisi che, almeno per un po’, avrei lasciato perdere le investigazioni sui casi di smile.jpg, specialmente perché, alla fine del mese di maggio, mi attendevano degli esami importanti.
Ma il mondo ha uno strano modo di testarci. Quasi un anno dopo la disastrosa intervista con Mary E., ricevetti un’altra e-mail.
A: jml@****.com
Da: elzahir82@****.com
Oggetto: smile
Ciao
Ho trovato il tuo indirizzo mail grazie a una Mailing List il tuo profilo dice che sei interessato in smiledog. L’ho visto non è tanto terribile come tutti gli altri dicono te l’ho inviato giusto in questa email. Sto solo spargendo il verbo.
:)
L’ultima riga mi fece venire i brividi. Secondo la mia e-mail, c’era un file in allegato chiamato, naturalmente, smile.jpg. Valutai se scaricarlo o meno.
Probabilmente si sarebbe potuto trattare di un falso, pensai, e anche se non lo fosse stato, ero piuttosto scettico riguardo ai surreali poteri di smile.jpg. L’account di Mary E. mi ha scosso, sicuramente, ma c’era una possibilità che fosse già mentalmente instabile di suo. Dopotutto, come potrebbe una semplice immagine fare ciò che si dice smile.jpg faccia? Che razza di creatura sarebbe potuta irrompere nella mente di una persona semplicemente guardandola? E considerate cose così assurde, perché venne messa in circolazione questa leggenda?
Se avessi scaricato l’immagine, se l’avessi guardata e se si fosse scoperto che Mary aveva ragione, se Smile.dog fosse comparso nei miei incubi chiedendomi di spargere il verbo, cos’avrei potuto fare? Avrei vissuto la mia vita come Mary ha fatto, combattendo contro al bisogno di arrendersi fino alla mia morte? O avrei semplicemente sparso il verbo, necessitando di riposo? E optando per la seconda opzione, come avrei potuto farlo? A chi potrei assegnare questo fardello?
Se decidessi, com’era mia iniziale intenzione, di scrivere un breve articolo su smile.jpg, potrei allegare l’immagine in quanto una prova, decisi. E chiunque legga l’articolo, chiunque ne abbia interesse, ne verrebbe influenzato.
E presumendo anche solo che l’immagine in allegato di smile.jpg sia innocua, sarei davvero così egoista da salvarmi in tale maniera?
Potrei mai spargere il verbo?
Sì. Sì, potrei.
Programmammo l’intervista in un particolare weekend mentre ero a Chicago per affari non correlati, ma all’ultimo momento Mary cambiò idea e si rinchiuse nella sua camera da letto, rifiutandosi di incontrarmi. Per mezz’ora rimasi seduto con Terence come se fossimo accampati fuori alla camera da letto, ascoltando e prendendo nota mentre lui cercò senza risultati di calmare la moglie. Le cose che disse Mary mi fecero un po’ senso ma coincidevano con il disegno che mi ero fatto della vicenda: nonostante non potessi vederla, potei capire dalla sua voce che stesse piangendo, e il più delle volte le sue obiezioni a parlare con me erano incentrate su un’incoerente diatriba sui suoi sogni/incubi.
Terence si scusò molto quando smettemmo di provare a calmarla, e io cercai di stargli dietro; non ero un reporter in cerca di una storia, ma semplicemente un giovane curioso in cerca di informazioni. Inoltre, pensai a quel tempo, potevo sempre trovare un altro caso simile, se mi fossi messo a cercare risorse su quella storia.
Mary E. nel 1992 era un’operatrice di sistema di un piccolo Bulletin Board System di Chicago, quando incontrò per la prima volta smile.jpg e la sua vità cambiò per sempre. Lei e Terrence erano sposati solo da 5 mesi. Mary è una delle circa 400 persone che videro l’immagine che fu postata come link sul BBS, nonostante lei sia l’unica che abbia parlato apertamente di questa esperienza. Gli altri sono rimasti anonimi, o forse sono morti.
Nel 2005, quando ero ancora alle superiori, smile.jpg fu portato alla mia attenzione per la prima volta grazie al mio fiorente interesse per i fenomeni basati sul web; Mary era la vittima citata più spesso da chi si è a volte riferito a “Smile.dog”, l’essere che sarebbe mostrato da smile.jpg. Ciò che catturò il mio interesse (oltre agli ovvi elementi macabri di questa cyber-leggenda e alla mia inclinazione per questo genere di cose) fu la mancanza assoluta di informazioni, di solito sui fatti a cui la gente non crede esiste ben altro che voci o bufale. È unico perché, anche se il fenomeno è incentrato su un’immagine, questo file non si può trovare su internet; certamente ci sono molti fotomontaggi fatti alla lettera, mostrati più frequentemente su siti come 4chan, particolarmente nella sezione sul paranormale /x/. Si sospetta che siano falsi perché non hanno l’effetto che il vero smile.jpg si dice che abbia, cioè attacchi di epilessia temporanei e un’estrema ansia.
Questa presunta reazione nell’osservatore è una delle ragioni per cui questo spettrale smile.jpg genera un simile disprezzo, dal momento che è palesemente assurdo, anche se a seconda di chi si chiede, la riluttanza a riconoscere l’esistenza di smile.jpg potrebbe essere più per paura che per incredulità.
Né smile.jpg o Smile.dog sono menzionati su Wikipedia, nonostante il sito presenti articoli su altre cose anche più scandalose, come siti shock (hello.jpg) o 2girls1cup; ogni tentativo di creare una pagina che riguardi smile.jpg è subito cancellata da uno dei tanti amministratori dell’enciclopedia. Gli incontri con smile.jpg sono leggende di internet.
La storia di Mary E. non è l’unica; ci sono altre voci non verificate di visualizzazioni di smile.jpg nei primi giorni di Usenet e anche la storia di un hacker che, nel 2002, avrebbe inondato il forum del sito di humor e satira “Something Awful” con un diluvio di immagini di Smile.dog, rendendo circa la metà degli utenti del forum del tempo epilettici. Si dice anche che verso la seconda metà degli anni 90 smile.jpg circolasse su Usenet come allegato di una catena che aveva come soggetto “SORRIDI!! DIO TI AMA!”. Tuttavia, nonostante la grossa esposizione che queste trovate avrebbero generato, ci sono davvero poche persone che ammettono di aver visto smile.jpg e nessuna traccia di file o link è stata mai trovata.
Coloro che rivendicano di aver visto smile.jpg spesso dicono che erano troppo occupati per salvare una copia dell’immagine sui loro HD. Comunque, tutte le presunte vittime offrono la stessa descrizione della foto: una creatura simile a un cane (di solito descritta come un Husky siberiano), illuminata dal flash di una macchina fotografica, siede in una stanza buia, l’unico dettaglio visibile sullo sfondo è una mano umana che si estende nell’oscurità sul lato sinistro della foto. La mano è vuota, ma è spesso descritta come se facesse un cenno. Di certo, la maggior parte dell’attenzione è data al cane (o creatura canina, come la definiscono alcune vittime, che dicono di essere più certe delle altre). Il muso della bestia è presumibilmente aperto in un ampio sorriso, mostrando due file di denti, molto bianchi, molto dritti, molto aguzzi, molto somiglianti a quelli umani.
Questa, ovviamente, non è una descrizione data immediatamente dopo aver visto l’immagine, ma più che altro una raccolta di testimonianze delle vittime, che affermano di aver visto l’immagine ripetuta all’infinito nella loro mente, nel momento in cui, nella realtà, erano soggetti ad attacchi epilettici. È stato detto che queste convulsioni sembrerebbero continuare interminabilmente, spesso mentre la vittima sta dormendo, dando vita a incubi piuttosto vividi e disturbanti. Queste possono essere attenuate con dei farmaci, anche se alcuni sono più efficaci di altri.
Suppongo che il trattamento medico di Mary E, non fosse efficace. Ed è per questo che, dopo la mia visita nel suo appartamento nel 2007, iniziai a inviare delle e-mail a scopo informativo a diversi forum — aventi come tema il folklore e le leggende metropolitane —, siti web e Mailing List, sperando di trovare il nome di qualche presunta vittima di smile.jpg, interessata a parlare riguardo alle sue esperienze. Per un po’ non accadde nulla e, a lungo andare, mi dimenticai completamente di questa mia occupazione, dal momento che con l’inizio del nuovo anno scolastico mi ritrovai parecchio impegnato. Mary mi contattò via e-mail, comunque, a inizio marzo 2008.
A: jml@****.com
Da: marye@****.net
Oggetto: Intervista della scorsa estate
Caro Signor L.,
Sono incredibilmente dispiaciuta per come mi sono comportata la scorsa estate, quando Lei è venuto a intervistarmi. Spero che lei capisca che la colpa non è stata sua, bensì di alcuni miei problemi che mi hanno spinto ad assumere l’atteggiamento che ho avuto.
Ho realizzato ora che avrei potuto gestire la situazione in maniera più appropriata e, ad ogni modo, spero che Lei possa perdonarmi. Ai tempi, avevo paura. Vede, per quindici anni sono stata perseguitata da smile.jpg. Smile.dog appare nei miei sogni ogni notte. So che potrebbe sembrare sciocco da dire, ma è tutto vero. L’indescrivibile vividezza dei miei sogni, dei miei incubi, li rende totalmente diversi a ogni sogno che io abbia mai avuto, non mi muovo e non parlo, guardo semplicemente davanti a me e l’unica cosa che riesco a vedere è la scena di quell’orribile immagine. Riesco a scorgere la mano e a vedere Smile.dog. Mi parla. Non è un cane, naturalmente, anche se non sono sicura di cosa realmente possa essere. Mi dice che mi lascerà in pace solo se eseguirò alcune sue richieste.
Tutto ciò che devo fare, dice, è “spargere il verbo”.
Questa è l’esatta frase che ha pronunciato. E so esattamente cosa vuole intendere: vuole che io lo faccia vedere a qualcun altro. E avrei potuto. La settimana dopo un incidente, ho ricevuto per posta una busta, senza l’indirizzo del mittente. All’interno c’era solo un floppy disk da 3 ½ pollici. Senza dover controllare, sapevo esattamente di cosa si trattasse. A lungo pensai a ciò che potevo fare. Avrei potuto mostrarlo a un estraneo, un collega di lavoro… l’avrei persino potuto mostrare a Terence, per quanto l’idea mi disgustasse. E cosa sarebbe accaduto, dopo ciò? Beh, se Smile.dog avesse mantenuto la sua parola, finalmente avrei potuto dormire. Ma se invece mi avesse mentito, cos’avrei potuto fare, allora? Chi può sapere se mi sarebbero accadute cose ancora peggiori, una volta fatto come la creatura aveva detto?
Così non feci nulla per 15 anni, tuttavia tenni il disco nascosto tra le altre cose. Ogni notte, per quindici anni, Smile.dog venne da me durante il sonno, chiedendomi di spargere il verbo. Per quindici anni dovetti tenere duro, malgrado a volte sia stato difficile. Alcune vittime che hanno avuto la mia stessa esperienza smisero di postare nel BBS, dove per la prima volta incontrai smile.jpg; ho inoltre sentito che alcuni di loro si suicidarono. Altri rimasero in completo silenzio, semplicemente scomparendo dalla faccia del web. Loro sono quelli che più mi mettono preoccupazione.
Spero davvero che Lei possa perdonarmi, signor L., ma l’estate scorsa, quando Lei contattò me e mio marito per l’intervista, stavo raggiungendo il limite. Decidetti di dare a lei il floppy disk. Non mi interessava più se Smile.dog stesse mentendo o no, volevo che tutto questo finisse. Lei era un estraneo, qualcuno con cui non avevo alcun legame, e non mi sarei dispiaciuta dopo aver consegnato il dischetto facendole credere che sarebbe stato utile per la Sua ricerca, segnandoLe il destino. Prima che Lei arrivasse, capii ciò che stavo per fare: stavo programmando come rovinare la Sua vita. Non riuscii a sopportare il pensiero e tutt’ora non ce la faccio.
Mi vergogno di me stessa, Signor L., e spero che questo avviso la spinga a non compiere ulteriori ricerche su smile.jpg. Prima o poi potrebbe incontrare qualcuno non tanto debole quanto me, ma più immorale, qualcuno che non esiterebbe nell’eseguire gli ordini di Smile.dog.
Si fermi, finché è in tempo.
Sinceramente,
Mary. E.
Terence mi contattò un mese dopo, portandomi la notizia che sua moglie si era tolta la vita. Mentre stava ripulendo le diverse cose che si era lasciata addietro, chiudendo l’account e-mail et similia, si ritrovò sotto agli occhi il messaggio sopraccitato.
Era un uomo distrutto; piangeva mentre mi diceva di ascoltare il consiglio della moglie. Trovò il floppy disk, lo prese e lo bruciò, finché non ne rimase nulla se non una massa informe e puzzolente di plastica bruciata. Ciò che più l’ha disturbato, ad ogni modo, è stato il rumore provocato dal dischetto mentre questo si scioglieva. Sembrava quasi il verso di un animale, disse.
Devo ammettere che non ero sicuro su che risposta dare. Inizialmente pensai che fosse uno scherzo, con la coppia che progettava di prendersi gioco di me allo scopo di farmi impazzire. Una veloce occhiata al necrologio di un giornale online di Chicago, tuttavia, confermò che Mary fosse senza dubbio morta. Naturalmente, non c’era alcun accenno al suicidio, nell’articolo.
Decisi che, almeno per un po’, avrei lasciato perdere le investigazioni sui casi di smile.jpg, specialmente perché, alla fine del mese di maggio, mi attendevano degli esami importanti.
Ma il mondo ha uno strano modo di testarci. Quasi un anno dopo la disastrosa intervista con Mary E., ricevetti un’altra e-mail.
A: jml@****.com
Da: elzahir82@****.com
Oggetto: smile
Ciao
Ho trovato il tuo indirizzo mail grazie a una Mailing List il tuo profilo dice che sei interessato in smiledog. L’ho visto non è tanto terribile come tutti gli altri dicono te l’ho inviato giusto in questa email. Sto solo spargendo il verbo.
:)
L’ultima riga mi fece venire i brividi. Secondo la mia e-mail, c’era un file in allegato chiamato, naturalmente, smile.jpg. Valutai se scaricarlo o meno.
Probabilmente si sarebbe potuto trattare di un falso, pensai, e anche se non lo fosse stato, ero piuttosto scettico riguardo ai surreali poteri di smile.jpg. L’account di Mary E. mi ha scosso, sicuramente, ma c’era una possibilità che fosse già mentalmente instabile di suo. Dopotutto, come potrebbe una semplice immagine fare ciò che si dice smile.jpg faccia? Che razza di creatura sarebbe potuta irrompere nella mente di una persona semplicemente guardandola? E considerate cose così assurde, perché venne messa in circolazione questa leggenda?
Se avessi scaricato l’immagine, se l’avessi guardata e se si fosse scoperto che Mary aveva ragione, se Smile.dog fosse comparso nei miei incubi chiedendomi di spargere il verbo, cos’avrei potuto fare? Avrei vissuto la mia vita come Mary ha fatto, combattendo contro al bisogno di arrendersi fino alla mia morte? O avrei semplicemente sparso il verbo, necessitando di riposo? E optando per la seconda opzione, come avrei potuto farlo? A chi potrei assegnare questo fardello?
Se decidessi, com’era mia iniziale intenzione, di scrivere un breve articolo su smile.jpg, potrei allegare l’immagine in quanto una prova, decisi. E chiunque legga l’articolo, chiunque ne abbia interesse, ne verrebbe influenzato.
E presumendo anche solo che l’immagine in allegato di smile.jpg sia innocua, sarei davvero così egoista da salvarmi in tale maniera?
Potrei mai spargere il verbo?
Sì. Sì, potrei.
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