Lucy Doll
Questa è una leggenda che si sente di rado in giro, principalmente nel paesino dove vivo, anzi, perfino qui in pochi sanno di cosa sto scrivendo, ma posso dire con certezza che è molto più di una comune diceria metropolitana, ma una vecchia leggenda di questa zona, anche se ormai dimenticata.
La leggenda comincia con una famiglia del 1946, i Beltrami, una famiglia in disgrazia e in cerca di denaro, moglie e marito mendicano per strada, il primogenito cercava in ogni modo possibile di avere una bottiglia d'alcool e infine la figlia più piccola, Lucia, che stava sempre sola in quello che restava della loro casa, a giocare con la sua bambola. Un giorno il capofamiglia viene fermato da tre sconosciuti, uno smilzo con il volto coperto da un cappello nero e gli altri grandi e grossi alle sue spalle. I misteriosi estranei gli fanno un'offerta, lavorare per loro in un modo poco specificato in cambio di soldi e fortuna, l'uomo non può far altro che accettare di lavorare per loro, viste le attuali condizioni della sua famiglia. In poco tempo il signor Beltrami guadagna così tanti soldi che la sua diventa una delle famiglie più ricche del posto. E così fu per molti anni, finché il capofamiglia un giorno pensa "Sono ricco, sono il più ricco del paese... ma se fossi il capo... sarei ancora più ricco..." e fu così che, mosso da un insano senso di avarizia, decise di divenire capo della misteriosa attività uccidendo l'attuale imprenditore, l'uomo smilzo con il gran cappello nero, quindi se ne andò dalla bella abitazione della sua famiglia, senza salutare né la bella moglie, né il sano primogenito, né la piccola Lucia, se ne andò soltanto.
Passarono due giorni e l'uomo non tornò, così il primogenito andò a cercarlo.
Passò un giorno e il giovane non tornò, così la signora andò a cercarlo.
Dopo un altro giorno la porta della bella casa si spalancò, era l'uomo smilzo con il gran cappello, con la faccia sanguinante e l'ira pura negli occhi. Infuriato salì le scale e aprì la porta della camera della piccola Lucia, la guardò per un po' poi agii. Abusò, picchiò, e maltrattò la povera bambina in ogni modo possibile.
"Ti piace la tua bambola non è vero? Allora farò in modo che tu diventi proprio come lei" l'uomo le bruciò la faccia, poi le cavò gli occhi, ci fissò con ago e filo dei bottoni e le cucì la bocca, poi la lasciò agonizzante a terra, certo che fosse morta o che lo sarebbe stata molto presto.
Molti anni dopo tre bambini videro la bella casa abbandonata e decisero di fare una prova di coraggio e vi entrarono. Quando la polizia chiese all'unico bambino che si era salvato "cos'è successo la dentro?" lui rispose che dopo essere entrati avevano trovato una bambola di pezza, e uno di loro la aveva presa in mano, la bambola gli aveva detto "vi prenderà, vi prenderà" poi ricordava una donna canticchiare "I bimbi sono entrati qui ma dovevano stare lì, quando il mostro li trovò ambarabàciccicoccò". Infine, ricordava solo un via vai di fughe e nascondigli fino alla porta, mentre sentiva quella donna cantare, mentre ridacchiava "il piccolo bimbo si nascondeva ma sparire non poteva, quando il mostro lo trovò ambarabàciccicoccò" quello che non sapeva era che fine avevano fatto i suoi amici. Poi gli anni passarono e il bambino divenne un uomo e si fece una famiglia, e quando suo nipote fu abbastanza grande gli raccontò della sua storia, e suo nipote decise che era una leggenda troppo... speciale per essere dimenticata, così andò su molti siti e scrisse la leggenda di Lucy Doll e di suo nonno, così che tutti potessero leggerla e raccontarla.
Lucy Doll, come è stata rinominata dalla sua leggenda narratami da mio nonno, è descritta come una donna con la faccia vuota se non per gli occhi tappati da due bottoni neri e la bocca cucita che si apre appena quel che basta per recitare la sua filastrocca, sempre in rima e che varia a seconda della situazione. Ha i capelli neri lunghi fino a metà schiena ed è vestita comunemente con un abito da ufficio maschile grigio, come slenderman ma senza cravatta. È molto importante anche la bambola di pezza, con gli occhi fatti da due bottoni, la bocca sorridente fatta da un filo nero, i capelli arancioni raccolti sui lati, e un vestitino verde che finisce in una gonna, nulla di strano, niente Chucky o cose del genere se non nella particolarità che quando qualcuno la prende in mano, questa inizia a recitare frasi del tipo "vi prenderà" o "non potete scappare da lei", secondo la leggenda Lucy compare entro un minuto da quando la bambola dice queste parole. La filastrocca più famosa di Lucy è quella alla fine del racconto qui sopra sulla persona che nonostante si nasconda lei lo troverà e poi accadrà qualcosa, celato dalla stessa sotto ad "ambarabàciccicoccò". Secondo mio nonno, che mi ha raccontato la leggenda, probabilmente l'unico modo di battere Lucy è il grosso cappello nero, il più importante particolare dell'uomo che gli fece del male, secondo lui la spaventerebbe facendola scappare via e, nonostante questa sia solo una teoria di mio nonno, sono convinto che sia più che verosimile. Nelle poche immagini che mio nonno mi mostrò di lei, Lucy veniva raffigurata con in parte un paio di cerchi, mio nonno mi spiegò che era un simbolo per rappresentare la ragazza, infatti i cerchi rappresentano i bottoni sugli occhi. Grazie di aver letto la mia storia, vi chiedo amichevolmente di raccontarla ai vostri amici per far tornare viva questa leggenda... speciale.
La leggenda comincia con una famiglia del 1946, i Beltrami, una famiglia in disgrazia e in cerca di denaro, moglie e marito mendicano per strada, il primogenito cercava in ogni modo possibile di avere una bottiglia d'alcool e infine la figlia più piccola, Lucia, che stava sempre sola in quello che restava della loro casa, a giocare con la sua bambola. Un giorno il capofamiglia viene fermato da tre sconosciuti, uno smilzo con il volto coperto da un cappello nero e gli altri grandi e grossi alle sue spalle. I misteriosi estranei gli fanno un'offerta, lavorare per loro in un modo poco specificato in cambio di soldi e fortuna, l'uomo non può far altro che accettare di lavorare per loro, viste le attuali condizioni della sua famiglia. In poco tempo il signor Beltrami guadagna così tanti soldi che la sua diventa una delle famiglie più ricche del posto. E così fu per molti anni, finché il capofamiglia un giorno pensa "Sono ricco, sono il più ricco del paese... ma se fossi il capo... sarei ancora più ricco..." e fu così che, mosso da un insano senso di avarizia, decise di divenire capo della misteriosa attività uccidendo l'attuale imprenditore, l'uomo smilzo con il gran cappello nero, quindi se ne andò dalla bella abitazione della sua famiglia, senza salutare né la bella moglie, né il sano primogenito, né la piccola Lucia, se ne andò soltanto.
Passarono due giorni e l'uomo non tornò, così il primogenito andò a cercarlo.
Passò un giorno e il giovane non tornò, così la signora andò a cercarlo.
Dopo un altro giorno la porta della bella casa si spalancò, era l'uomo smilzo con il gran cappello, con la faccia sanguinante e l'ira pura negli occhi. Infuriato salì le scale e aprì la porta della camera della piccola Lucia, la guardò per un po' poi agii. Abusò, picchiò, e maltrattò la povera bambina in ogni modo possibile.
"Ti piace la tua bambola non è vero? Allora farò in modo che tu diventi proprio come lei" l'uomo le bruciò la faccia, poi le cavò gli occhi, ci fissò con ago e filo dei bottoni e le cucì la bocca, poi la lasciò agonizzante a terra, certo che fosse morta o che lo sarebbe stata molto presto.
Molti anni dopo tre bambini videro la bella casa abbandonata e decisero di fare una prova di coraggio e vi entrarono. Quando la polizia chiese all'unico bambino che si era salvato "cos'è successo la dentro?" lui rispose che dopo essere entrati avevano trovato una bambola di pezza, e uno di loro la aveva presa in mano, la bambola gli aveva detto "vi prenderà, vi prenderà" poi ricordava una donna canticchiare "I bimbi sono entrati qui ma dovevano stare lì, quando il mostro li trovò ambarabàciccicoccò". Infine, ricordava solo un via vai di fughe e nascondigli fino alla porta, mentre sentiva quella donna cantare, mentre ridacchiava "il piccolo bimbo si nascondeva ma sparire non poteva, quando il mostro lo trovò ambarabàciccicoccò" quello che non sapeva era che fine avevano fatto i suoi amici. Poi gli anni passarono e il bambino divenne un uomo e si fece una famiglia, e quando suo nipote fu abbastanza grande gli raccontò della sua storia, e suo nipote decise che era una leggenda troppo... speciale per essere dimenticata, così andò su molti siti e scrisse la leggenda di Lucy Doll e di suo nonno, così che tutti potessero leggerla e raccontarla.
Lucy Doll, come è stata rinominata dalla sua leggenda narratami da mio nonno, è descritta come una donna con la faccia vuota se non per gli occhi tappati da due bottoni neri e la bocca cucita che si apre appena quel che basta per recitare la sua filastrocca, sempre in rima e che varia a seconda della situazione. Ha i capelli neri lunghi fino a metà schiena ed è vestita comunemente con un abito da ufficio maschile grigio, come slenderman ma senza cravatta. È molto importante anche la bambola di pezza, con gli occhi fatti da due bottoni, la bocca sorridente fatta da un filo nero, i capelli arancioni raccolti sui lati, e un vestitino verde che finisce in una gonna, nulla di strano, niente Chucky o cose del genere se non nella particolarità che quando qualcuno la prende in mano, questa inizia a recitare frasi del tipo "vi prenderà" o "non potete scappare da lei", secondo la leggenda Lucy compare entro un minuto da quando la bambola dice queste parole. La filastrocca più famosa di Lucy è quella alla fine del racconto qui sopra sulla persona che nonostante si nasconda lei lo troverà e poi accadrà qualcosa, celato dalla stessa sotto ad "ambarabàciccicoccò". Secondo mio nonno, che mi ha raccontato la leggenda, probabilmente l'unico modo di battere Lucy è il grosso cappello nero, il più importante particolare dell'uomo che gli fece del male, secondo lui la spaventerebbe facendola scappare via e, nonostante questa sia solo una teoria di mio nonno, sono convinto che sia più che verosimile. Nelle poche immagini che mio nonno mi mostrò di lei, Lucy veniva raffigurata con in parte un paio di cerchi, mio nonno mi spiegò che era un simbolo per rappresentare la ragazza, infatti i cerchi rappresentano i bottoni sugli occhi. Grazie di aver letto la mia storia, vi chiedo amichevolmente di raccontarla ai vostri amici per far tornare viva questa leggenda... speciale.
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