Le 5 Creepypasta più Inquietanti sui Videogiochi
A grande richiesta ecco un nuovo post sulle creepypasta. Che poi, sinceramente, anche se nessuno me lo avesse chiesto l'avrei fatto comunque perché l'argomento mi piace da morire. Stavo anche pensando di aprire un blog dedicato, ma già gestirne uno è difficile e toglie un sacco di tempo, quindi devo pensarci bene. Vi farò sapere.
Intanto continuo qui, su Combinazione Casuale. Se l'altra volta ho stilato una classifica sui miei creepypasta preferiti che assomigliano a vere e proprie leggende metropolitane, oggi mi focalizzo su una categoria che reputo veramente inquietante solo per una certa cerchie di persone, ovvero i videogiocatori. Si tratta delle creepypasta che aleggiano sul mondo dei videogiochi. Un po' come quella di cui vi ho già parlato la scorsa settimana su Legend of Zelda: Majora's Mask. A me, nonostante non sia un videogiocatore incallito e nonostante non abbia mai giocato a certi giochi, fanno una paura incredibile.
Ma bando alle ciance ed ecco a voi un po' delle mie creepypasta videoludiche preferite:
Herobrine
Questa particolare creepypasta riguarda il noto gioco Minecraft. Per chi non lo sapesse, si tratta di un videogioco sandbox ideato e sviluppato dal programmatore svedese Markus Persson (Notch), un mondo virtuale fatto di blocchetti colorati in cui il giocatore si muove, caccia, costruisce la propria casa ecc. Su Minecraft aleggia una leggenda: si dice che, per puro caso e in modalità single player, possa capitare di incrociare l'avatar di un misterioso giocatore dalla forma standard e gli occhi vuoti. Un giocatore senza nome che ti osserva da lontano, immerso nella nebbia. Un vero e proprio fantasma che, a quanto pare, si chiamerebbe Herobrine. La cosa davvero inquietante è che quel nickname era appartenuto al fratello di Notch scomparso prematuramente. Tutt'ora vari videogiocatori affermano di aver incrociato il misterioso fantasma digitale, qualcuno vedendone la sagoma da lontano, altri venendo persino attaccati dallo stesso. C'è anche chi afferma di averlo visto in una partita in streaming. Per leggere la creepypasta originale, tradotta in italiano, andate qui.
A Mind Joke
Un gioco scomparso, uno di quegli esemplari anni '90 di cui non si trova più una copia neanche a pagarla bene. Musica a 8 bit, 12 livelli che ti accompagnano in maniera inquietante attraverso determinati sfondi: il labirinto, il cimitero e così via. Musica terrificante e il silenzio più assoluito. Si dice che nessuno sia riuscito ad arrivare al dodicesimo livello e a superarlo... tranne Cris. Cris però è scomparso e di lui non si è più saputo nulla. Si dice infatti che chi superi di volta in volta l'ultimo livello venga risucchiato dal gioco e diventi egli stesso il livello successivo. Sebbene A Mind Joke sia introvabile, qualcuno afferma di aver reperito una strana copia "pirata". Basta cercare sul web.
The Theatre
Il Teatro è un vecchissimo gioco uscito in contemporanea col ben più noto Doom. Un gioco semplicissimo, con una grafica scrausa e ambientato in un teatro. Non è ben chiaro quale sia la casa di produzione, né chi lo ha creato, si sa solo che è impossibile da trovare in originale nonostante sia facile procurarselo contraffatto sul web (dicono, ma io ho trovato solo alcune imitazioni). Il gioco consiste ne dare il biglietto dal fantomatico "bigliettaio", uno strano e inquietante personaggio, e poi cercare la sala in cui guardare lo spettacolo. Si dice che di sale ce ne siano tre per tre differenti video che il giocatore si ritroverà a "sbloccare", video terrificanti come quello in cui il videogiocatore viene seppellito vivo. Il difficile però è proprio arrivare nelle sale, poiché inoltrandosi in un buio e lungo corridoio ci si ritroverà sempre di fronte al bigliettaio o magari ad una versione del bigliettaio chiamata "uomo girandola". Ci sono però ben due altri particolari inquietanti legati a questo gioco. Il primo è che, dopo aver incontrato la prima volta l'uomo girandola, chi ha giocato al videogame originale afferma di essere stato perseguitato dalla sua immagine, quasi intuita con la coda dell'occhio. Il secondo è ancora più terrificante: se rompi il cd originale vedrai il volto inespressiovo del bigliettaio raffigurato sulla copertina farsi più cupo. Per leggere nella sua completezza questa creepypasta, andate pure qui.
Misfortune
Ecco, Misfortune non è propriamente un videogioco. O meglio, lo è, ma non è mai uscito ufficialmente. Si dice infatti sia stato sviluppato da alcuni programmatori della Nintendo ma mai prodotto perché troppo inquietante. Per ripicca (si dice) gli stessi creatori del gioco lo svilupparono fino alla fine e poi lo inserirono in altri giochi per il Game Boy. Se infatti vi ritrovaste a sbloccare questo "gioco nel gioco", vi ritrovereste in un classico mondo 2D in bianco e nero ma oscuro e desolato. Il vostro personaggio a quel punto incontrerebbe una misteriosa entità (che per alcuni è la rappresentazione di Satana) che gli proporrà una sfida. La sfida consiste in diversi enigmi da superare livello dopo livello. Perso uno perso il gioco, compare allora una scritta di game over ("Qui, io sono Dio) che sembrerebbe avere strani effetti sul giocatore, quali depressione, nervosismo, dolori fisici in alcuni casi. Gli effetti sembrerebbero essere legati alla musica che accompagna questa scritta, una musica che si dice crei danni cerebrali in chi l'ascolta.
Pokémon CreepyBlack
Ne esistono tante di creepypasta sui Pokemon. Ne esistono un'infinità. La mia preferita però resta la Pokémon CreepyBlack, sicuramente la più poetica. Parla di una versione hackerata della versione Black dei Pokemon che qualcuno avrebbe ritrovato sul mercato "nero", versione che permetterebbe di usare il mitico Pokemon Ghost e il suo attacco maledizione, un attacco in grado di uccidere i pokemon e i loro allenatori. Detta così sembra una stupidaggine ma, ripeto, io la trovo incredibilmente tetra e poetica quindi vi consiglio di andare qui a leggere. Tra l'altro il pokemon ghost sarebbe il mitico Pokemon 731, strettamente legato alla leggenda sulla Sindrome di Lavandonia. Ma di questo parleremo un'altra volta.
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